Nella IV giornata nazionale del Braille, l’UICI Calabria prende la parola per riaprire il tema della insoddisfacente integrazione dei ciechi e degli ipovedenti, nonostante i formali riconoscimenti normativi a cura del nostro Parlamento, in ultimo con l’adozione della Convenzione ONU sui diritti dei disabili.
Il libro del percorso dell’emancipazione dei ciechi italiani ha avuto molte importanti tappe, contraddistinte tutte dalla grande passione e dall’intraprendenza di personalità eccellenti, impegnate come quadri dirigenti. Tuttavia, in quest’epoca di spinte secessionistiche e federaliste, dove la parola chiave è “taglio alla spesa pubblica per il sociale”, ci sentiamo fortemente minacciati ed esclusi da un sistema che stentatamente include ed integra.
Con il sistema di letto-scrittura Braille e l’evoluzione tecnologica correlata, l’accesso alla cultura è un dato di fatto; con l’unione di tutti i ciechi d’Europa e potremo osare del mondo, sotto l’unica bandiera del Braille, la percezione del mondo, della realtà, della verità, dei diritti, della cittadinanza è fatto sociale formale e sostanziale; con l’identità collettiva che i ciechi hanno realizzato a forza di battaglie e rivendicazioni possiamo sentirci tutti più forti nel sostenere il principio guida del funzionamento della disabilità: il contesto sociale in cui viviamo deve offrire pari condizioni di accessibilità e fruibilità a tutti, altrimenti civilmente si deve lavorare per far si che si realizzino gli interventi necessari.
L’UICI registra invece sistematicamente che molti contesti non sono adattati, che molte strutture non sono accessibili, che molti percorsi non sono a dimensione di cieco ed ipovedente, ossia di persona che deve potere godere della bellezza del mondo con i canali percettivi diversi dalla vista.
Nella scuola il problema della mancata o incompleta accessibilità all’offerta formativa diventa abnorme soprattutto quando la burocrazia frappone iter complessi a volontà deboli di soggetti istituzionali preposti che non usano il nervo della comprensione.
Louis Braille, nell’inventare e offrirci il suo metodo di conoscenza, pensava che tutto è tangibile, che tutto è possibile se passa sulle punta della dita.
Egli però, entusiasta della vita e del potere della cultura, non immaginava che i ciechi del XXI secolo, seppur facilitati nel metodo, avrebbero dovuto continuare a combattere l’indifferenza e la precarietà delle garanzie necessarie al mantenimento dell’identità collettiva.
Annamaria Palummo, Presidente regionale UICI Calabria