Vista l’importanza della questione che ha già toccato da vicino alcune famiglie di non vedenti, si pubblica di seguito la nota del Presidente Nazionale Tommaso Daniele inoltrata al Ministro Mara Carfagna.
On. Mara Carfagna, Ministro per le pari opportunità
Segreteria particolare
OGGETTO: Adozione per soggetto non vedente – Richiesta intervento
Gentile Onorevole,
Le scrivo in qualità di Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, per portare alla Sua conoscenza la situazione dei coniugi Maria Sicignano e Rocco Pascale.
Come vedrà dalla loro toccante missiva, che mi permetto di allegare alla presente, i signori Pascale stanno incontrando enormi difficoltà nel loro percorso di adozione a causa, spiace doverlo sottolineare, della condizione di minorazione visiva della signora.
Non credo ci sia molto da aggiungere a quanto descritto nella lettera allegata, se non la richiesta di intervenire in tutti i modi consentiti dal vigente ordinamento per consentire ai diretti interessati di completare finalmente il faticoso, e per molti versi ingiustificato, iter amministrativo che li renda idonei all’adozione.
Conosco troppo bene la Sua sensibilità per queste tematiche, Onorevole Ministro, per sottolineare ulteriormente la necessità di un intervento che garantisca una risoluzione positiva della questione.
Mi preme, invece, ringraziarLa per la Sua disponibilità e per significarLe i sensi della mia più profonda stima e ammirazione per l’opera da Lei condotta a favore di tutti coloro che si trovano a rischio di emarginazione sociale, prime fra tutte le persone con disabilità.
Voglia gradire i miei più cordiali saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE, Prof. Tommaso Daniele
Allegato: DONNA NON VEDENTE – MAMMA ADOTTIVA PER UN ORA……….
Sottopongo a tutti gli organi in indirizzo una vicenda che mi ha interessata personalmente, affinchè ognuno accerti per quanto di propria competenza, eventuali anomalie che, spero, non abbiano a ripetersi nei confronti di altre persone.
Sono una ragazza non vedente e da circa sei anni ho iniziato, insieme a mio marito un percorso, che ci dovrebbe ( il condizionale è d’obbligo) PORTARE ad adottare un bambino.
Abbiamo optato per l’adozione nazionale per ovvi motivi, a causa del mio handicap, e quindi iniziato presso il Tribunale dei minori di Salerno l’iter burocratico per ottenere il Decreto di idoneità.
Veniamo dichiarati non idonei nell’anno 2006. Il Presidente dell’Associazione UNIONE ITALIANA CIECHI – SEDE DI SALERNO – nella persona dl Dr. Vincenzo Massa – chiede un incontro con il Giudice dei minori di Salerno e quest’ultimo ci tranquillizza chiedendoci di inoltrare una seconda istanza, previo effettuazione di un percorso di perfezionamento alla genioralità presso il Piano di zona di Amalfi. Terminato l’iter ci viene rilasciato il Decreto di idoneità, ma lo stesso alla fine si rivela privo di validità poiché, si scopre, mancherebbero le relazione degli assistenti sociali e, pertanto, veniamo invitati a rifare il corso. A nulla sono valse le richieste di chiarimenti in merito inoltrate dalla sottoscritta, nonché dal mio Avvocato e dal Presidente dell’associazione di cui faccio parte.
Finalmente veniamo dichiarati idonei a seguito di una seconda istanza. Questo ci ha permesso di presentare domande di adozione nazionale presso tutti i Tribunale d’Italia ( Sassari – Brescia – L’Aquila), presso cui abbiamo effettuati i colloqui conoscitivi.
Finalmente in data 07.05.c.a. veniamo contattati dal Tribuanale di L’Aquila per ottenere in affido preadotivo, come per legge, una bambina. Ci chiedono, quindi, di recarci immediatamente presso la loro sede muniti di tutto l’occorrente per prendere una bambina di appena due mesi e portarla a casa ( carrozzina – vestitino, etc).
Animati da immensa gioia, dopo aver allertato i nostri familiari, ci rechiamo di buon ora presso il Tribunale dei Minori dell’Aquila, insieme a mia cognata. Ivi recatoci, veniamo accolti nella stanza del Giudice, il quale ci comunica che ci sarà data una bambina di appena due mesi, di nome Giulia, che attualmente si trova presso una casa-famiglia in un paesino di provincia. Seguono gli auguri di rito ed il Giudice ci chiede di ritornare dopo un anno insieme a Giulia, perchè avrebbe piacere di rivederla. Inizia a parlare del battesimo di Giulia e scambia anche delle opinioni con mia cognata, alla quale chiede di starci vicini naturalmente, in questa fase delicata. Premetto che il Giudice si rivolge continuamente a mia cognata chiamandola Zia.
Ci viene, quindi, consegnato il Decreto di idoneità che disponeva il collocamento provvisorio, inviata di futura adozione, della minore suindicata.
Quindi ci rechiamo presso questa casa-famiglia in località Cerchiara Giunti sul posto, mentre ci trovavamo innanzi al cancello di ingresso ci viene, però, comunicato telefonicamente che la bambina la potevamo solamente vedere ma non portarla con noi e che dovevamo ritornare in Tribunale. Presi dallo sconforto ritorniamo dal Giudice e quest’ultimo ci comunica che, purtroppo, la bambina non ci può essere affidata perché, a suo dire, a causa della mancanza di energia elettrica, non aveva potuto ben visionare il fascicolo e che dopo una attenta visione dello stesso aveva notato che il Pubblico Ministero aveva precedentemente dato parere negativo per la nostra idoneità. Ci chiedevano la restituzione del Decreto che precedentemente ci avevano consegnato, a cui naturalmente seguiva un nostro rifiuto. Successivamente a seguito dei continui chiarimenti circa le motivazioni del diniego, il Giudice si scusava dell’accaduto ammettendo le sue colpe ed affermando che erano stati leggeri nel visionare il fascicolo intero. Ci tranquillizzava promettendoci che avrebbe sistemata la questione, atteso che il parere del P M non era comunque vincolante e ci invitava a non divulgare ai mezzi di informazione la vicenda ed a non attivare alcuna Autorità Giudiziaria, a pena di vanificare definitivamene ogni possibilità di adozione della bambina.
Il giorno seguente veniamo nuovamente contattati dal Cancelliere del medesimo Tribunale dei Minori e venivamo invitati a recarci nuovamente presso la loro sede per sistemare, a loro dire, il fascicolo.
ma purtroppo così non è stato.
Infatti recatoci nuovamente dal Giudice, lo stesso ci invitava a rifare un percorso psicologico, previa nomina di un CTU, e di attendere l’esito della Relazione peritale, quasi che fosse vincolante.
Abbiamo naturalmente declinato l’invito.
Maria Sicignano – Rocco Pascale